Immaginiamo questa situazione, con amici decidiamo di andare a cena.
Possiamo decidere che ognuno paghi il suo, e quindi ognuno si sentirà libero di mangiare quello che vuole. Il problema al massimo sarà decidere un posto dove andare che vada bene a tutti quanti.
Oppure immaginiamo che si decida di pagare alla romana, in parti uguali. A questo punto per alcuni non sarà un problema che ci siano compagni di tavolata che mangino più o meno. Ma potrebbe esserci qualcuno che potrebbe approfittare di questa situazione e mangiare un piatto esageratamente caro che non avrebbe mangiato se doveva pagarlo separatamente. Qualcuno potrebbe anche sentirsi leggermente raggirato da questo, cose che nella vita sociale possono accadere.
Immaginiamo invece di essere invitati da qualcuno e che questo lui/lei si offra di pagare la cena, bello, gentile, comodo ma.... A questo punto il gentile personaggio potrebbe decidere dove andare a mangiare, ed addirittura decidere che cosa si debba mangiare, chi potrebbe obbiettare.... Paga lui. Al massimo qualcuno a cui non piace la proposta del posto o del cibo potrebbe gentilmente dissociarsi dall'invito, ma come fare ad imporre a qualcuno che paga sia il posto che il cibo? Lo so nella vita sociale uno potrebbe avere così tanto piacere di avere amici intorno che è disposto a pagare per questo. Ma la domanda rimane sempre. Quanta libertà di decidere rimane agli invitati?
Immaginiamo anche una cena galante, il seduttore invita l'amata/o e le paga la cena, è una azione di galanteria, di rispetto, ma lo scopo e la seduzione. (non che io sia contro il gioco della seduzione, attività purtroppo in decadenza...) Ma il concetto è chiaro.
Proviamo a trasporre questa situazione nella vita reale di tutti i giorni.
L'informazione dalle TV è in buona parte gratuita.
Ci sono alcuni giornali che sono gratuiti.
I quotidiani con il prezzo di copertina pagano solo marginalmente i costi.
I social e molti servizi in rete sono gratuiti.
Ci sono molti altri esempi simili di servizi gratuiti.
Si lo so adesso penserete che per la televisione ci sia il canone e la pubblicità, per la stampa c'è oggi sempre un facoltoso editore e la pubblicità, per i social c'è la pubblicità che paga il servizio.
Oggi, alcuni si lamentano del fatto che abbiamo una informazione monotono o addirittura che non abbiamo una vera informazione, molti oggi non si preoccupano minimamente che non ci sia una voce dissidente dalla narrativa dominante e la maggioranza neanche nota questo problema.
Riflettete bene sul senso di chi paga e perché paga.
Riflettete sul fatto che se non siamo noi direttamente a scegliere cosa vogliamo sapere o vedere. Qualcun'altro lo deciderà per noi.
Oggi molti servizi sono pagati dalla pubblicità, il che significa "Qualsiasi forma di propaganda diretta a ottenere dalla collettività la preferenza nei confronti di un prodotto o di un servizio" Ma la pubblicità si paga ed i media oggi sono i collettori e promotori di questo business…. Ottimo qualcun'altro paga un servizio per noi.
Allora voi potete pensare che il proprietario del prodotto o servizio che investe in pubblicità, spenderebbe i suoi soldi in un media che potrebbe poi compromettere in qualche modo l'esito dei suoi soldi spesi in promozione. (voi lo fareste?).
Voi potete pensare che il proprietario del media, TV, giornale, radio, social, servizio di rete che vive di introiti pubblicitari possa fare qualcosa contro chi gli permette di pagare le spese ed eventualmente guadagnare?
Per il mondo social ed i servizi di rete gratuiti, viene comunemente detto che se tu non paghi per il servizio, vuole dire che il prodotto sei TU. Questo è un concetto chiaro, oggi con i social i media sanno chiaramente quali sono le nostre abitudini, cosa ci piace, come spendiamo i nostri soldi, se abbiamo un amante e molte altre cose. Una mole di dati impressionante da noi ceduta in cambio di un servizio gratuito che gratuito non è. Significa che in qualche modo noi il servizio che usiamo lo paghiamo.
Se paga qualcun'altro, chi vi dice che vi lascerà liberi di vedere o ascoltare qualunque cosa, o che in qualche modo vi imporrà di vedere solo quello che interessa a lui che voi vediate o ascoltiate.
"Questo nel mondo antico per l'informazione si chiama conflitto di interessi"
In un mondo ideale, nel quale ognuno fa le cose con coscienza ed etica, non ci dovrebbero essere problemi. Ma il mondo odierno è tutt'altro che un mondo ideale. Qualche domanda meglio farcela.
Nel vecchio e bistrattato mondo della Prima Repubblica, il concetto del conflitto di interessi più volgarmente "chi paga e perché paga" era chiarissimo. Tant'è che c'erano delle regole molto precise, la stampa e la comunicazione dovevano essere finanziate dallo stato secondo rigide regole proporzionali in base al consenso sul voto. Questo per permettere a tutti i soggetti non solo a quelli che avevano disponibilità economica di garantire un'informazione libera da conflitti di interesse e plurale.
Era un sistema perfetto? Sicuramente no, ma assicurava una ottima autonomia dell'informazione. Oltretutto la garanzia per il giornalista o lo studioso di essere pagato a livelli ragionevoli riduceva di molto anche la possibilità di svendersi per pochi denari.
Sempre la vecchia Prima Repubblica, basandosi su quanto scritto nella Costituzione aveva impostato tutto il suo sistema di funzionamento sul fatto che i servizi essenziali, dovevano essere a disposizione di tutti in forma solidale. La sanità italiana del passato ne era un esempio lampante, strutturata per essere un servizio non una forma di business. La gestione della moneta che permette l'autonomia finanziaria di uno stato. Altri esempi esistono basta cercarli, vedi scuola, ricerca, cultura etc.
Poi sono arrivati i "Sacerdoti del Mercato" i rigoristi a spiegarci che uno stato che mette al centro l'Uomo costa, e genera deficit. (naturalmente dimenticandosi di dire che il deficit di uno stato e la ricchezza del suo popolo)
Così ci hanno convinti anche che l'informazione libera costa e che uno stato pieno di debiti non se la può permettere. Buona parte di noi ci hanno creduto. Anche perché l'informazione che ci avrebbe dovuto spiegare che ciò non è vero, si era già venduta con l'illusione di aumenti di retribuzione, che ci sono stati in realtà, ma solo per i pochi che si sono subito adeguati al sistema, mentre per tutti gli altri è stata una caduta libera di reddito e di libertà.
Ci è stato promesso che il sistema competitivo Darwiniano, ci avrebbe portato ricchezza tramite la meritocrazia, ma alla fine è evidente che la meritocrazia si applichi solo a che in qualche modo mantiene in piedi il sistema, per tutti gli altri c'è solo un sistema al ribasso di libertà, dignità è autonomia finanziaria.
Credo che chiunque abbia fra le sue conoscenze oggi qualcuno che lavora nell'informazione, saprà benissimo il livello di retribuzione raggiunto al ribasso per la categoria dei giornalisti.
Esempi analoghi ci sono per la sanità, la scuola, la ricerca, la cultura etc.
Poi si sono aggiunti anche i politicanti dicendo che noi siamo stupidi, spendaccioni e corrotti ed era molto meglio per tutti noi che fossero loro a decidere a chi far a arrivare i denari. Quindi invece che lasciarli nelle nostre tasche, in modo che noi potessimo decidere a quale servizio destinare i nostri soldi, ci hanno aumentato le tasse in modo da prelevarli alla fonte per poi decidere a chi destinare la nostra ricchezza.
"Un po' come rifacendosi agli esempi precedenti, qualcuno ci dicesse che noi non siamo abbastanza intelligenti per decidere dove andare e cosa mangiare. Accettando questa affermazione gli abbiamo consegnato i nostri denari in modo che sia lui poi a dirci dove e cosa mangiare."
Sembra un paradosso? No, è quello che normalmente avviene oggi, la politica o meglio i politicanti della seconda/terza repubblica si sono arrogati il titolo di decidere per noi cosa dobbiamo fare con la nostra ricchezza.
Insomma, abbiamo delegato ai cosiddetti esperti tutte le scelte importanti che condizionano la nostra vita. Abbiamo delegato loro, cosa e dove andare a mangiare. Abbiamo barattato la nostra Dignità di essere Uomini e Donne con l'essere consumatori.
Buona parte delle responsabilità e nostra che abbiamo accettato, ma bisogna dargli atto che sono stati bravi a convincerci.
Molti pensano che non sia possibile tornare indietro. Non è vero... Al prossimo invito a cena, basta rispondere No grazie. Scelgo da solo cosa e dove andare a mangiare.